Borussia Dortmund-Borussia Monchengladbach 1-2, i foehlen regalano la sorpresa del giorno

Gran sorpresa al Westfalenstadion nel match di cartello del sabato pomeriggio di Bundesliga, in attesa di Bayern Monaco-Leverkusen; il Borussia Dortmund si arrende 1-2 al Borussia Monchengladbach. Risultato sorprendente non tanto per gli effettivi valori in campo ma per i recenti risultati delle due squadre: il Dortmund arrivava da sette vittorie nelle ultime otto uscite (compresa la trasferta di Champions a San Pietroburogo), i foehlen non avevano ancora vinto una partita nel 2014, tre punti che mancavano addirittura dal 7 dicembre scorso (2-1 allo Schalke, da allora cinque pareggi e quattro sconfitte), digiuno che ha allontanato i “verdi” dalla zona Champions e che ha messo in serio pericolo la panchina di Favre.

Klopp, oltre ai lungodegenti Subotic, Kuba, Bender e Gundogan, deve rinunciare anche a Reus (risentimento muscolare) e Mkhitaryan (squalificato); nei tre dietro Lewandowski, confermato Grosskreutz, fresco di ritorno in nazionale, e il giovane Hofmann. Favre fa a meno di Wendt ma per il resto ha la rosa al completo: Herrmann e Arango, come sempre, supportano Raffael e Kruse.

Si capisce subito che non sarà un pomeriggio semplici per i gialloneri: ritmo basso, Monchengadbach pericoloso in ripartenza, Kehl e Sahin poco ispirati in fase di creazione di gioco. E, manco a dirlo, l’occasione più nitida della prima mezz’ora capita agli ospiti, vicini al vantaggio con una conclusione a giro di Herrmann che sfiora l’incrocio dei pali alla sinistra di Weidenfeller. Il Dortmund si affida alle giocate personali: oltre ai consueti appoggi su Lewandowski, è Hummels a rendersi protagonista con una spettacolare serpentina chiusa da una conclusione deviata in angolo da ter Stegen. La partita si sblocca al 31′: Raffael prima imbecca Herrmann (di gran lunga il migliore in campo l’ala prodotto del vivaio foehlen, classe ’91), poi realizza da due passi su assist del giovane compagno. Dortmund in confusione, lo dimostra il secondo gol subito dieci minuti dopo: Kruse, non esattamente Garrincha, fa fuori con due dribbling Schmelzer e Weidenfeller per appoggiare a porta vuota. Al 45′ è 0-2.

Rientrano presto i ragazzi di Klopp in campo, quasi a voler spaventare gli ospiti; Lewandowski, dopo pochi secondi, è lanciato in profondità da Sahin ma spara su ter Stegen. E’, comunque, un fuoco di paglia. Il Monchengladbach, trascinato dalla gran partita di capitan Daems, sfiora più volte il terzo gol in contropiede: prima Raffael salta netto Papastatopoulos ma conclude alto, poi ancora il brasiliano controlla male su assist di Herrmann che si era mangiato in velocità Hummels, infine proprio Herrmann ci prova al volo  su cross al bacio di Kruse e fa ancora tremare il muro giallo. In mezzo, il colpo di testa alto di Grosskreutz, alla partita numero 150 in Bundesliga. Klopp sceglie Jojic e Ducksch per Kehl e Pisczek; proprio il polacco, pochi istanti prima della sua uscita dal campo, serve un buon pallone in area per Lewandowski che ci prova a giro: stupenda, plastica, la parata di ter Stegen, futuro numero uno del Barcellona.

Il Monchengladbach prova a complicarsi la vita e ci riesce: nel giro di tre minuti il norvegese Nordtveit rimedia due stupidissimi gialli (allontana il pallone e interviene duro su Ducksch a centrocampo) e anticipa la doccia lasciando i suoi in inferiorità numerica. Fortuna vuole che non viene fischiato un netto fallo di mani di Daems che ribatte il tiro di Schmelzer, ma il gol della speranza dei gialloneri arriva poco dopo: Jojic, secondo gol col Dortmund, decide un’azione confusa su azione d’angolo, ma c’è la deviazione decisiva di Alvaro Dominguez. Esce anche l’evanescente Aubameyang per Schieber, ma i padroni di casa non creano tantissimo nell’assalto finale; l’unico sussulto è il gol annullato a Ducksch per carica di Lewandowski su ter Stegen, episodio che poi provoca l’espulsione per proteste di Klopp. Finisce 1-2, il Dortmund resta secondo ma non lancia un gran segnale alle big d’Europa in vista dei quarti di Champions.

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Sono Alfonso Alfano, 32 anni, della provincia di Salerno ma da anni vivo in Spagna, a Madrid. Appassionato di sport (calcio, tennis, basket e motori in particolare), di tecnologia, divoratore di libri, adoro scrivere e cimentarmi in nuove avventure. Conto su svariate e importanti esperienze sul Web.

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