Speciale Bayern campione: la cavalcata bavarese verso il ventitreesimo titolo

Westfalen Stadion, 11/04/2012. Robben, dopo essersi conquistato il penalty, fallisce dagli undici metri e regala, di fatto, lo Schale al Borussia, che in precedenza era passato in vantaggio con Lewandowski: Borussia Dortmund-Bayern Monaco 1-0. Schwarzgelben campioni di Germania per il secondo anno consecutivo. Olympiastadion Berlino, 12/05/2012. Robben, stavolta, il rigore del momentaneo pareggio lo realizza, ma gli schwarzgelben, trascinati da un Lewandowski monumentale, dilagano: Borussia Dortmund-Bayern Monaco 5-2. Schwarzgelben trionfatori anche in coppa di Germania. Monaco di Baviera, 19/05/2012- Drogba, a due minuti dalla conclusione dei tempi regolamentari, trova il gol che costringe il Bayern ai tempi supplementari. Nell’extra-time, Robben si presenta dal dischetto e, forte del famoso detto “Paganini non ripete”, si appresta ad eseguire il calcio di rigore più importante della sua vita. Ma anche in questa circostanza, come già avvenuto un mese prima al Westfalen, l’olandese sbaglia il penalty e costringe i suoi alla maledetta lotteria dei calci di rigore. Nella cinquina presentata da Heynckes alla terna arbitrale l’olandese  non viene incluso, ma i tifosi bavaresi, nonostante la propria squadra si trovi in vantaggio per i primi tre turni, vedono sfumare nel modo più meschino ed incredibile il sogno di riportare in Baviera, a dodici anni di distanza, la coppa dalle grandi orecchie: Olic e Schweinsteiger, rispettivamente quarto e quinto rigorista, sbagliano dagli undici metri, mentre Cole e Drogba superano Neuer. E’ la beffa perfetta, per molti versi più atroce di quel Man Utd-Bayern del 1999: Bayern Monaco-Chelsea 4-5 d.c.r.

Tre secondi posti, il predominio nazionale lasciato in mano alla banda di Klopp per il secondo anno consecutivo e una finale di Champions persa nel proprio stadio. La dirigenza bavarese, poco avvezza a fare da spettatrice dei trionfi altrui (specie in terra teutonica), decide che è venuto il momento di cambiare registro ed imposta un mercato estivo stellare, con un esborso economico come mai avvenuto nella storia dell’FCB. Il Bayern, di fatto, ricostruisce la spina dorsale della squadra: dal Gladbach arriva il centrale difensivo Dante, comprato a prezzo di saldo (cinque milioni) a causa del contratto in scadenza nel 2013; da Bilbao arriva l’eclettico Javi Martinez, centrocampista difensivo in grado di giocare anche da centrale di difesa, costato la bellezza di quaranta milioni; dal Wolfsburg, dopo alcune ottime stagioni in Bundesliga, arriva il croato Mandzukic, strappato alla concorrenza estera (Juventus,Lokomotiv, Everton) dopo aver staccato un assegno superiore ai tredici milioni. La rosa viene completata con l’arrivo a parametro zero di Pizarro (miglior cannoniere straniero nella storia della Bundes, che approda in Baviera per fare la terza opzione in attacco alle spalle di Gomez e Mandzukic) e Starke, mentre per undici milioni viene acquisito il cartellino di Shaqiri, talento svizzero messosi in mostra nell’ultima Champions con la maglia del Basilea. A conti fatti, la triade bavarese spende settanta milioni per consegnare a Jupp una squadra completa in ogni reparto, con la possibilità di attuare un turn-over d’assoluta qualità nelle tre manifestazioni a cui prenderà parte il Bayern. La sfida al Dortmund e all’Europa calcistica intera è lanciata: il Bayern vuole tornare a primeggiare.

Il debutto ufficiale stagionale avviene  all’Allianz contro il Borussia Dortmund, in un match che vale la supercoppa tedesca, manifestazione – ad onor del vero – poco sentita in Germania. Il Bayern dimostra subito di che pasta è fatto: segna due gol nei primi dieci minuti, domina il primo tempo, soffre il BvB solo nella seconda metà del secondo tempo e porta a casa il primo trofeo stagionale. La stagione parte bene, ma gli infortuni di Gomez e Robben creano qualche ansia nell’ambiente bavarese. La squadra di Jupp, invece, trova la quadratura del cerchio proprio grazie alle assenze del tedesco e dell’olandese, che consentono all’ex tecnico del Real d’avanzare il raggio d’azione di Kroos e di impiegare titolare sin da subito Mandzukic. Dopo la passeggiata di salute nel derby bavarese di coppa contro lo Jahn Regensburg, il Bayern, in un altro derby regionale, debutta in Bundes contro la matricola Furth, regolata con un netto 3-0. E’ l’inizio di un cammino trionfale, coronato dalla bellezza di otto vittorie consecutive, tutte ottenute con almeno due gol di scarto e subendo la miseria di due gol. In questo primo scorcio di stagione spiccano i netti successi sullo Stoccarda (6-1) nel Sud-Derby, sul Wolfsburg e in trasferta a Dusseldorf, oltre ai successi esterni di Gelsenkirchen e Brema (doppio 2-0). All’ottava, il Bayern ha già maturato cinque punti dalla più immediata inseguitrice (l’Eintracht) e ben dodici dal Borussia Dortmund, partito con il freno a mano tirato in campionato. Dopo il filotto di otto successi consecutivi, il Bayern subisce il primo – e fin qui unico – stop stagionale in campionato per mano del Bayer Leverkusen, che espugna  immeritatamente  l’Allianz con il punteggio di 2-1 grazie ad un gol nel finale di Sam.  Crisi? Macché. La super squadra di Jupp passa come un caterpillar sul malcapitato Amburgo, stordito da un pesantissimo 0-3 interno, e la giornata successiva ridimensiona le ambizioni del sorprendente Eintracht, regolato con un comodo 2-0. Dopo il pareggio nel derby bavarese di Norimberga, terreno molto ostico nel recente passato per il Bayern (solo una vittoria negli ultimi sei scontri diretti), Schweini & C.  chiudono il girone d’andata con tre vittorie e due pareggi (contro i due Borussia). La classifica, al giro di boa, parla chiaro: Bayern primo con nove punti di vantaggio sulla più immediata inseguitrice, il Bayer Leverkusen, e ben tredici dalla “vera” rivale per il titolo, il Borussia Dortmund; miglior attacco (quarantaquattro gol fatti, media di 2,5 gol a partita) e miglior difesa (solo sette gol subiti), oltre ad una differenza reti (+37) decisamente migliore di quella del BvB (+15). Bayern campione d’autunno, ma è chiaro a tutti che, alla fine dall’anno, Lahm solleverà al cielo lo Schale.

Il girone di ritorno prende avvio con un facile 2-0 sul Furth che inaugura una striscia vincente spaventosa, tutt’ora aperta, di undici successi consecutivi. I numeri, talvolta, danno il senso della forza di una compagine. Ebbene, i bavaresi, nelle prime cinque partite del girone di ritorno, non hanno subito gol ed hanno realizzato la bellezza di tredici reti, lasciando con le pive nel sacco alcune fra le migliori squadre del campionato, come il Mainz (3-0 alla Coface Arena) e lo Schalke (4-0 interno). L’imbattibilità di Neuer crolla al 58° – sul punteggio di 4-0 per l’FCB – di un dominatissimo Bayern-Werder, conclusosi con il punteggio di 6-1 per i vice-campioni europei, in cui i padroni di casa decidono di schierare parecchie seconde linee in previsione del match di coppa di Germania contro il Dortmund, vinto poi,  meritatamente, grazie ad un gol di Robben. Nelle giornate successive, complici i successi di misura su Hoffenheim, Fortuna e Bayer, inizia a serpeggiare qualche perplessità sul reale stato di forma della capolista, che, oggettivamente, palesa qualche difficoltà in fase difensiva (specie sulle palle alte). La risposta migliore arriva alla vigilia del match di Champions contro la Juventus, quando l’Amburgo viene letteralmente spazzato via da un 9- 2 che, per la disperazione dei tifosi rothosen, resterà nella storia. La lunga cavalcata verso lo Schale trova il suo corollario, ieri, in quel di Francoforte, dove Schweinsteiger, l’uomo che fallì il rigore decisivo nella lotteria dei rigori in finale di Champions, con un colpo di tacco magistrale regala la matematica certezza del titolo.

Cos’altro può chiedere il Bayern a questa Bundesliga? Innanzitutto il record di vittorie in una stagione, attualmente detenuto sempre dai bavaresi (venticinque successi) e migliorabile con solo due affermazioni quando mancano sei match al termine del campionato. Poi, il record di vittorie consecutive: il primato attuale, appannaggio – manco a dirlo – sempre dell’FCB, è di quindici successi consecutivi ed è alla portata dei neo-campioni di Germania, che vincono da ben undici partite di fila. Buonissime le chance di migliorare il record relativo alle minor reti subite in una sola stagione: il Bayern attuale ha subito tredici gol, mentre la compagine dell’annata 2007/2008 (detentrice del record, con Hitzfield in panchina e Luca Toni in campo) ne subì ventuno. Ovvio, la piacevole distrazione della Champions può portare ad un rilassamento in Bundesliga. Ma la mentalità di questa squadra, come si è visto anche ieri nel primo tempo della CommerzBank, non impone cali di tensione: ritmo, aggressività, pressing asfissiante a tutto campo e giocatori di classe portati al sacrificio; risulta difficile pensare che questa squadra regalerà punti alle prossime sei avversarie. Quest’anno, dopo tanti mercati sbagliati o “troppo” al risparmio, la dirigenza bavarese non ha sbagliato un colpo. E di questo va dato merito anche a Sammer, arrivato a luglio  nella vesti di direttore generale e secondo alcuni addirittura un vero e proprio assistant-coach di Heycnkes. Ed ora sotto con la coppa di Germania e, soprattutto, la Champions. Questo Bayern, dopo i tre secondi posti della passata stagione, vuol mostrare al mondo intero d’essere la squadra più forte, conscio, forse, che le due spagnole hanno – momentaneamente  – qualcosina in più. Ed è forse per colmare questo teorico gap che è stato chiamato Pep Guardiola, a cui spetterà un compito difficilissimo: come si può migliorare uno squadrone così?

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